Corso, commercianti ko: “In piena crisi ci fanno pagare le luminarie”

Duro sfogo dei commercianti del Corso Vittorio Emanuele contro la Confesercenti e contro il Comune: guardate le VIDEO INTERVISTE. “Noi, per niente tutelati dalle associazioni di categoria, abbiamo perso il 40 per cento del lavoro. Molti di noi chiuderanno o si trasferiranno”


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70 euro per le luminarie natalizie? No grazie. Questa la risposta di molti commercianti del Corso Vittorio Emanuele alla proposta della Confesercenti. L’associazione di categoria avrebbe avanzato la proposta, puntuale la replica dei commercianti, con alcuni che non sono andati di certo per il sottile anche con l’amministrazione comunale, come la signora  Maria Cristina Fasciolo  titolare di una farmacia: “Luminarie? Il discorso è molto più ampio, tra l’altro nessuno si è ancora fatto vivo per riscuotere i denari”, esordisce la Dottoressa, “con la chiusura al traffico abbiamo perso il 40% del lavoro, sto pensando di trasferire l’attività, posso pure versare la quota, ma davvero giustificherebbe la mancanza di tutela da parte delle associazioni di categoria e il menefreghismo del Comune?”.

Dello stesso avviso la signora Deiana della rivendita vini sfusi e liquori: “La situazione nel corso è ancora precaria, tutta una serie di inconvenienti burocratici ostacolano la nostra attività anche nelle semplici operazioni carico-scarico e le associazioni di categoria sorvolano allegramente, con che coraggio si viene a chiedere un contributo per le luminarie di Natale? Siamo letteralmente esausti”. Una situazione paradossale che trasforma un’occasione gioiosa in pretesto per sfogare tutto il proprio disappunto, ma c’è chi la prende con filosofia, come Fabrizio Franceschi Direttore del locale ‘100 montaditos’: “Bisogna partire dal presupposto che non siamo più negli anni ’80 dove le associazioni e amministrazioni si preoccupavano di gestire e finanziare tutto” puntualizza Franceschi, “di certo non sono entusiasta della richiesta da parte della Confesercenti, ma credo contribuirò per il bene comune, nonostante le ingenti imposte che già siamo costretti a versare”. 

C’è chi poi da anni contribuisce con la propria donazione come  Burkhard von Prondzynski, titolare di un negozio di giocattoli in legno, e Alfonso Bifulco titolare di un negozio di calzature, i quali all’unisono si schierano per il ‘no’: “Siamo qui da circa vent’anni e abbiamo sempre sostenuto questo tipo di spese, peraltro in passato anche con cifre decisamente più alte, ora basta!- spiegano-non è una questione di cifre quanto di principio, siamo stanchi di passare per i benefattori, o tutti o nessuno, e poi a dirla tutta, siamo realmente sicuri che il Comune di Cagliari non sia in grado di trovare qualche migliaio di euro per addobbare le strade?”. Intanto il Corso si prepara ad ospitare la novità dei mercatini di Natale, che sia l’occasione buona  per una momentanea tregua?


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