Giuseppe, cagliaritano: “Mega truffa sul web dai falsi acquirenti”

La storia di un 27enne di Cagliari: “La fregatura arriva dalla Costa d’Avorio: ho messo in vendita due pezzi di un costume sardo e un falso acquirente mi voleva truffare”


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Se la truffa telematica più conosciuta è quella dei falsi venditori, a cui paghi una caparra o l’intero prezzo senza che la merce oggetto dell’annuncio venga recapitata, la fregatura ora si può trovare anche tra gli acquirenti. I nomi sono diversi, ma la provenienza è sempre la Costa d’Avorio. Prima una mail con cui l’acquirente si finge interessato all’annuncio e chiede i dati per poter effettuare il bonifico, poi la richiesta di pagamento di una tassa “fantasma” per concludere la transazione. Una truffa che esiste da tempo, e che alcuni giorni fa è approdata a Cagliari.

Il protagonista è Giuseppe, 27enne di Cagliari. Pochi giorni dopo Natale ha pubblicato un annuncio sul sito Subito.it: in vendita due pezzi di un costume sardo maschile. Dopo alcune ore l’inserzionista cagliaritano riceve una mail da parte di una donna francese, Sophie Marie Claire Jouard, in un italiano approssimativo, probabilmente tradotto con Google Translate, con cui il finto acquirente dice di vivere temporaneamente in Costa d’Avorio e propone come pagamento un bonifico bancario. “Tutto molto strano dall’inizio – spiega Giuseppe – soprattutto per il fatto che la donna, nonostante si trattasse di articoli di abbigliamento, non si sia accertata minimamente sulle taglie e non abbia contrattato sul prezzo”.

Poi uno scambio di messaggi nei quali la donna dichiara di volere ritirare la merce con un proprio corriere, ed insistendo sulla richiesta dei dati per potere effettuare il bonifico bancario si arriva alla conclusione della transazione che potrà  essere conclusa con il pagamento di una tassa locale, di 99 euro, per sbloccare il bonifico già effettuato. E qui la truffa, ormai lampante, si conclude. “Ho ricevuto la telefonata di un fantomatico responsabile della banca – aggiunge il giovane protagonista della truffa – che insisteva sul pagamento della tassa affinchè si sbloccasse il bonifico, poi avrei incassato l’intero importo compreso il rimborso della tassa: ovviamente ho rifiutato e la telefonata si è conclusa”. 

Come riconoscere la truffa e cosa fare per difendersi. I campanelli d’allarme sono diversi: primo fra tutti il fatto che l’acquirente non richieda nessuna informazione aggiuntiva sull’articolo messo in vendita. E poi il metodo di pagamento della fantomatica tassa: tramite Western Union, oppure Money Transfer, che non permettono di risalire alla persona che ha incassato i soldi. La prima cosa da fare in questi casi è non fornire mai i propri dati personali, nè quelli del conto corrente bancario. E avvertire l’amministratore del sito nel quale è stato inserito l’annuncio.


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