Un giovane scrive a Zedda: troppo chiasso, al Poetto non si dorme più

Movida nel mirino


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Lettera aperta di un giovane cagliaritano al sindaco Zedda: troppo chiasso al Poetto, nel quartiere non si dorme per la movida. Nella pagina Fb del primo cittadino, Alessandro Porrà scrive: “Caro Sindaco, se l’estate 2014 sarà ricordata dai “baretti” del Poetto probabilmente come l’estate della ripresa, sarà anche ricordata da molti residenti del quartiere come l’estate dell’insonnia. Le vorrei domandare se è questo il suo modello di città vivibile, e anche di città turistica, visto che per assicurare il divertimento di una minoranza di giovani cagliaritani si permette un chiasso fuori controllo che non rende la città più turista-friendly ma esattamente il suo contrario; lo chieda infatti a quei proprietari di b&b del Poetto che si sono trovati con ospiti che minacciavano di andarsene perché la notte il chiasso era insopportabile.

Io so, ed apprezzo, che lei ha emanato un’ordinanza che impone lo stop alla musica a mezzanotte (all’una nei weekend di agosto), ma il problema è che la maggior parte dei gestori dei baretti non lo rispetta e chi dovrebbe farlo osservare, vigili urbani/polizia/carabinieri/guarda di finanza, latita completamente. Lei, come ente concedente, ha il diritto/dovere di controllare che il concessionario si attenga ai termini del contratto di concessione e, nei termini previsti dalla legge, di intervenire fino alla revoca della concessione stessa. Lei ha un’arma potente nelle sue mani: la usi.

Con un Comune e le forze dell’ordine assenti, noi residenti ci sentiamo completamente abbandonati ed in balia di chi ci impone un bombardamento di decibel notturno inumano. Noi residenti non siamo “i nemici” dei baretti, anzi. Un Poetto vivo e dinamico ci piace e ci fa sentire più sicuri ed orgogliosi del nostro quartiere e vorremo che il nostro rapporto con i baretti fosse basato su un reciproco rispetto delle esigenze dell’altro – lavoro vs diritto di dormire – e di pacifica coesistenza. Purtroppo ciò non avviene, se non a parole, e noi residenti, parte più debole, siamo costretti a subire, subire, subire… e io le chiedo, è giusto tutto ciò? 
Lo so, sono tante domande, ma per la stima che ho nei suoi confronti mi aspetto almeno alcune risposte da parte sua”.  Nella foto, Alessandro Porrà. 


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