Giganti di Monte Prama: e se fosse tutto falso?

Dubbi e perplessità sull’autenticità delle statue nuragiche ritrovate quarant’anni fa nel Sinis, oggi esposte nei musei di Cagliari e Cabras


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Giganti di Monte Prama, troppi dubbi sulle imponenti statue dei guerrieri, arcieri e pugilatori riconducibili all’età nuragica, che finora nessuno è riuscito a sciogliere. Nel 1974 il loro ritrovamento nel Sinis, vicino a Cabras, poi il restauro durato quattro anni, e l’esposizione nei musei di Cagliari e Cabras da marzo scorso. Due mostre che hanno avuto risalto a livello nazionale, e non solo, attirando visitatori italiani e stranieri, oltre che sardi.

Ma sulla loro storia sono state sollevate diverse perplessità, come quelle evidenziate dall’avvocato e docente universitario di Diritto Amministrativo nell’ateneo di Cagliari, Andrea Pubusa. “Le teste e gli occhi delle statue sono troppo perfetti rispetto al resto – scrive nel suo blog, Democrazia Oggi – e, per dirla tutta, con un forte odore di trapano elettrico: sbaglierò, ma io, per la Sardegna, resto affezionato alla storia di un popolo di pastori, di pacifici pecorai e caprai”.

E se fosse tutto falso? “Non è la prima volta  che la Sardegna cerca nei falsi la propria identità – sottolinea Pubusa – Ricordate le Carte d’Arborea? Una iniziativa straordinaria, un intero corpus di documenti, memorie, testi giuridici, versi poetici in latino, in italiano e in sardo medioevale (anch’esso inventato) per capovolgere la vicenda degli accadimenti storici, della letteratura e della lingua italiane. Tutto fino al 1870, quando una commissione scientifica dell’Accademia delle Scienze di Berlino, decretò la falsità totale di quelle carte. Non è che i giganti di Monte Prama siano le carte d’Arborea del Novecento sardo, con coda nel 2000? Dei monumenti unici non solo della statuaria sarda, ma perfino di quella mediterranea. Ma a me è proprio questa unicità che colpisce, troppo uniche”.

I dubbi. “Statue di quelle dimensioni presuppongono un contesto grandioso, che a Monte Prama, per quanto ricco di reperti archeologici, non pare esserci. Come mai lì questi giganti? Esistono in Sardegna altre statue di quel tipo? Sembra di no, se ne sottolinea l’unicità. Dunque, una produzione così imponente sarebbe opera di un solo artista, per di  più sorto dal nulla e rimasto senza eredi. Perché le statue sono state volutamente rotte e spezzate con la subbia in diverse parti del corpo? Si sa che i frammenti furono recuperati in scavi effettuati a Monte Prama, nel corso degli anni Settanta. Ma, a detta degli stessi esperti, la storia delle ricerche è lacunosa, frammentata e si dipana fra interventi estemporanei. Come mai questa estemporaneità a fronte della grandiosità della scoperta? Infine, una curiosità: esistono altre figure risalenti all’età nuragica con gli occhi a cerchietto? Uno studioso, Marco Rendeli, due anni fa, in una rivista specializzata, a proposito dei giganti, ha parlato di un mistero con 4875 interrogativi. A me, per mettermi l’anima in pace, basterebbe la risposta a questi miei semplici quesiti”.


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