Cagliari, Zedda riempie la Fiera: “Salvini? Offendeva i sardi chiamandoli pastori”

Oltre mille e 500 persone in viale Diaz. Il sindaco contro il vicepremier: “Ci ha invitato ad andare via col barcone. Le stesse parole che accompagnarono l’esilio di Lussu”. Ironia sugli arrivi di Meloni e Berlusconi: “Mancavano solo Godzilla e il mostro di Lochness”. Il programma: “Smart working in Regione contro lo spopolamento”


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Zedda riempie la Fiera. Tutti occupati i mille e cinquecento posti del padiglione B più tutti le persone in piedi. Per il sindaco di Cagliari, al penultimo giorno di campagna elettorale prima delle regionali di domenica, l’abbraccio dei suoi candidati e dei supporters cagliaritani, nella sfida a distanza col ministro dell’Interno Matteo Salvini, che negli stessi istanti saliva sul palco in piazza del Carmine.

Il primo cittadino, candidato del centrosinistra, ha elencato i punti salienti del programma ed è poi partito all’attacco dell’avversario Christian Solinas definito “un candidato senza volto e senza curriculum” che “ha negato il diritto agli studi ai giovani sardi, perché quando era presidente dell’Ersu la metà dei beneficiari non aveva la borsa di studio”. “Più che a Zorro somiglia al sergente Garcia”, ha sottolineato prima di ricordare i trascorsi di Solinas nella giunta Cappellacci come assessore ai Trasporti e la “flotta interplanetaria sarda che ha affondato la Saremar  levandole i fondi per le continuità minori”.

Zedda ha annunciato  lo l’avvio dello smart working, il “lavoro agile” già attuato al comune di Cagliari, anche in Regione. Gli impiegati regionali potranno cioè lavorare da casa, anche nei loro paesi di provenienza “arginando così il fenomeno dello spopolamenti dei centri dell’interno”.

E poi il turismo, la lotta al precariato e l’Europa. E infine gli attacchi a Salvini, oggi in città con Berlusconi e la Meloni, “mancavano solo Godzilla e il mostro di Lochness” ha ironizzato Zedda, “in questi giorni è aumentato il turismo. Ma noi non abbiamo bisogno di ministri a tempo perso come questo arrivato a fare la campagna elettorale all’uomo senza volto. L’altro giorno a Carbonia è perfino uscita fuori la bestia che è in lui e ha detto ad alcuni ragazzi che cantavano “Bella Ciao” di andare a mungere le pecore. Poi ha compreso di aver ritirato fuori i vecchi slogan e si è ricordato di quando utilizzava pastore come insulto per i sardi. Ci ha poi invitato ad andare via col barcone. Ma a noi la residenza non ce la toglie il ministro dell’Interno che ha usato le stesse parole utilizzate che accompagnarono l’esilio di Lussu”. Stoccata anche al ministro dei Trasporti Toninelli: “Vede tunnel ovunque. A Cagliari si direbbe: sesi a visioni o sesi partiu”.

A un certo punto, con un pizzico di commozione, ha affermato: “Io ce la sto mettendo tutta. Ma niente lacrime, lasciamo che siano gli altri a piangere”.

 


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