Cagliari, subito contratti di affitto speciali per le persone povere

Per dare una mano ai veri poveri i Servizi sociali del Comune dovrebbero fare un ulteriore sforzo andando di persona o convocando i proprietari degli appartamenti e costringerli a stipulare un contratto tipo per dare veramente una mano a quelle persone sole, povere, con gravi problemi sanitari e sociali, privi di ogni protezione


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di Marcello Roberto Marchi

L’accoglienza va a ” gonfie vele “, come si usa dire, non solo per chi se ne occupa e per chi fruisce dei benefici, compresi i proprietari di interi immobili o di semplici appartamenti dati in affitto.Tutto questo sul fronte dei migranti, come giusto che sia.Non è così,invece, per molte persone povere o che hanno problemi di altra natura e che sono in carico ai servizi sociali del Comune, in particolare per le persone sole, che non hanno casa e che al dormire sotto i portici o nelle piazze hanno  preferito andare a vivere in una stanza, presa in affitto e che viene pagata dal buon cuore della gente, in attesa che il Comune trovi una soluzione alla lorotragedia. Soluzione che tarda a venire o che non verrà mai se non si prende, anche in questo caso abusando di un detto popolare, ” il toro per le corna”. Il dramma è che i proprietari delle case fanno una semplice ricevuta del compenso pagato ma non stipulano un contratto di affitto. Ciò che il Comune chiede per poterli inserire nell’elenco dei beneficare del contributo che viene assegnato per tali evenienze. Per dare una mano a questo tipo di indigenza, i Servizi sociali del Comune dovrebbero fare un ulteriore sforzo andando di persona o convocando i proprietari degli appartamenti e costringerli a stipulare un contratto tipo per dare veramente una mano a quelle persone sole, povere, con gravi problemi sanitari e sociali, privi di ogni protezione. Altrimenti invece dell’inclusione, troveranno l’esclusione, l’abbandono a se stessi. Tutto ciò è il contrario dell’accoglienza, è discriminazione.


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