“A Cagliari soprattutto badanti straniere, tra le sarde spiccano le 50enni”

Le giovani cagliaritane preferiscono altri settori dell’assistenza agli anziani, per scovare le poche badanti locali disposte a lavorare bisogna salire con l’età. Il direttore di Ali, Pierandrea Costa: “C’è molta voglia di mettersi in gioco, si tratta pur sempre di un lavoro”. GUARDATE la video intervista


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Di Paolo Rapeanu

Un giorno e mezzo di libertà alla settimana? Per le cagliaritane non è abbastanza: difficile, ed è capibile, staccarsi totalmente dalla famiglia per un lavoro che si svolge, magari, a pochi isolati di distanza da casa. Così, il settore lavorativo delle badanti è ancora prevalentemente appannaggio delle straniere. Nella sede dell’agenzia Ali (Assistenza Lavoro Integrazione) arrivano ogni giorno, da circa cinque anni, richieste quotidiane da parte di famiglie che cercano una badante. “Curiamo tutti gli aspetti, dalla selezione al contratto, cercando le soluzioni più favorevoli. Un supporto continuo, abbiamo anche un partner in Romania”, spiega il direttore Pierandrea Costa.
Che, dati alla mano, ha un quadro ben definito della situazione: “Le cagliaritane e le sarde che portano da noi il loro curriculum vitae preferiscono, al massimo, il full time da 54 ore, snobbando la convivenza con l’anziano. Questo perché hanno la famiglia qui, e sentono il bisogno di ritornarci ogni giorno. Fanno fatica a rimanere fuori casa tutto il giorno. Al contrario, le straniere hanno l’unico obbiettivo di avere uno stipendio e mandare un po’ di soldi alle loro famiglie, che restano nei paesi d’origine”, spiega Costa. “Tutti i giorni arrivano molti curriculum, le aspiranti badanti cagliaritane hanno non meno di quarantacinque anni, delle giovani manco l’ombra. Per chi arriva dall’estero, invece, si propongono a qualunque età, dalle più giovani fino alle cinquantenni-sessantenni”.


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