Cagliari, serve un piano del piccolo commercio cittadino: sbagliano anche le associazioni

L’opinione di Marcello Roberto Marchi sulla “movida azzoppata” a Cagliari


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Esistono, vivaddio !!!,  diritti e doveri anche per i titolari di esercizi commerciali, in primo luogo il rispetto delle regole della “convivenza civile” , che sono a presidio  della  Città di Cagliari, come di ogni altra comunità. Credo che sia questa la prima e chiara risposta che i residenti del Centro storico, e non solo, danno al  Presidente dell’Associazione Centro Commerciale naturale Corso Vittorio Emanuele, che durante la Conferenza stampa tenuta in Piazza Yenne per protestare contro il Comune che ha finalmente deciso di mettere un freno agli abusi della movida notturna cagliaritana.
Era ora , verrebbe da dire , e troviamo veramente ingiustificate e ingiuste  le critiche  nei confronti dell’Amministrazione Comunale da parte delle due più importanti sigle sindacali  del commercio cittadino, Confesercenti e Confcommercio  durante la conferenza stampa organizzata sabato scorso in uno dei tanti Bar-ristoranti della Piazza Yenne, ormai sottratta alla fruizione pubblica. I rappresentanti sindacali hanno ,in buona sostanza, messo in chiaro le pretese dei propri associati e anche personali, hanno evocato diritti, hanno dimenticato i doveri.
L’Amministrazione comunale fa bene a regolamentare diritti e doveri, specie nelle concessioni di suolo pubblico ed in particolare in quegli aspetti che sconfinano in atti e comportamenti disciplinati dai Codici.
La disciplina del ” rumore ” non è un optional, ma un principio inderogabile e irrinunciabile,  forse il più alto, in quanto riguarda  la tutela della salute delle persone che risiedono e abitano, nel nostro caso, in Centro storico, mentre il disturbo della quiete pubblica e gli atti che la contravvengono, taluni anche classificabili ” atti osceni ” sono soggetti  al codice penale. Le concessioni rilasciate da parte del Comune contengono ben precise disposizioni ed il regolamento che il Comune sta adottando, ovvero il “Piano di risanamento acustico” ha precise finalità di tutela dei diritti e dei doveri. Ma da quest’orecchio, a quanto pare  non si  vogliono sentire ragioni, anche perchè non le si comprendono appieno, tenuto conto che la maggior parte dei gestori non abitano nelle vie e nelle piazze dove vive la  movida più sfrenata.
Bene fa, dunque, il Sindaco Zedda e l’intera Amministrazione comunale a mantenere ferma la scelta di dare una disciplina più rispettosa e ” civile” alle attività che rientrano nella tipologia della ristorazione, proprio perchè Cagliari sia veramente una Città da vivere in tutte le ore del giorno, non solo per i turisti, che sono di ” passaggio “, ma anche  per i residenti che danno da vivere a tutte le attività , tutti i giorni dell’anno. Ed è per tale ragione che auspichiamo che il Comune metta mano ad un  vero e moderno ” piano del commercio”, del piccolo commercio cittadino che non è solo quello della ristorazione e del quale, nel corso della conferenza stampa, ci si è dimenticati.

Marcello Roberto Marchi


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