Cagliari, senegalese aggredito da 2 cani: condannato un carrozziere. Polemica su frase razzista

Sei anni fa un africano e un cagliaritano rimasero feriti dopo l’assalto di due rottweiler inferociti in un’officina. Il proprietario degli animali secondo un testimone disse: “Colpa del negretto che con la pelle scura ha spaventato i cani”. La vittima senegalese: “Quelle parole mi hanno fatto più male dei morsi”. Il carrozziere è stato condannato oggi


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Sei anni fa due cani aggredirono due persone (un cagliaritano e un senegalese) in un’officina cagliaritana. Oggi il proprietario è stato condannato. Ma la vicenda è stata accompagnata da una polemica a sfondo razzista. Secondo il legale dell’africano il carrozziere , M.F., avrebbe giustificato gli animali che sarebbero stati, a suo dire, “spaventati dalla pelle scura del negretto”, secondo quanto dichiarato in aula dalla compagna di una delle due vittime.

La vicenda è stata raccontata dall’avvocato Trudu, legale di Dia Cheikhou Oumar Foutihou, senegalese di nascita ma oramai sardo e cagliaritano d’adozione, che il 6 Agosto 2012 accompagnava l’amico Fabrizio Lattuca presso un’officina dove Lattuca aveva il suo furgone in riparazione.

Questi aveva avvertito telefonicamente il proprietario dell’officina della sua imminente visita, ricevendo il permesso di poter tranquillamente entrare in quanto lui, qualora non fosse stato già presente, sarebbe arrivato entro pochi minuti.

I due amici però, entrati attraverso il cancello aperto dell’officina, dopo aver chiamato ad alta voce il proprietario, vennero aggrediti da due grossi rottweiler, in quel momento in libertà.

Da quel momento in poi il terrore: i due cani aggredirono con ferocia i due malcapitati, i quali disperati, si trovarono accerchiati e chiusi in una trappola mortale. Dia Foutihou, dopo essere stato morso alla gamba destra, riusciva miracolosamente a ripararsi con un balzo dentro il furgone dell’amico, tra l’altro ancora posto sopra il ponte sollevatore, e cominciò ad urlare ed a suonare freneticamente il clacson in cerca di aiuto, oltre che nella speranza di spaventare gli animali.

Lattuca, nel mentre, subiva l’attacco congiunto dei due cani e, con la forza della disperazione, con una spalla sanguinante ed il braccio destro letteralmente dilaniato, riusciva pur fortunosamente a salire sopra il tettuccio di un’altra macchina, da dove cercava disperatamente di impedire agli animali inferociti di salire.

In quei concitati momenti il suo amico Dia era riuscito a chiamare il 118, e soltanto l’intervento dei soccorsi riusciva ad evitare il peggio. Il proprietario dei cani e dell’officina arrivava almeno dopo mezzora a fatti irrimediabilmente accaduti. Secondo il legale di Dia il titolare non soltanto non si scusava per l’accaduto, ma diceva apertamente alle due vittime che la colpa era del “negro” che , con la sua pelle scura aveva spaventato i cani, scatenandone la ferocia. La riconferma di questo nel corso dell’udienza del 21 Gennaio 2014 di fronte al Giudice di Pace di Cagliari, dalle parole della compagna di Lattuca, Silvana Macis, sentita come testimone degli Avvocati di Parte Civile, Luigi Trudu e Carlo Salvatore Usai: “il proprietario mi ha chiamato un paio di volte al cellulare, io piangevo disperata preoccupata per fabrizio, lui mi diceva che i cani si erano spaventati per colpa del “negretto” come lui chiamava il dia che con la sua pelle scura aveva spaventato i cani”.

Stamattina, dopo oltre sei anni, la sentenza. Il titolare è stato condannato ad una mite pena pecuniaria ed al risarcimento del danno nei confronti delle due vittime. “Ma nessun risarcimento materiale potrà sanare le ferite che Dia si porta dentro”, dichiara l’avvocato Trudu. “Quelle parole mi hanno fatto più male dei morsi dei cani”, ha dichiarato Dia, “sono state come dei morsi nel profondo del cuore. Ho deciso di non sporgere denuncia per questi fatti perché credo che il pregiudizio non si superi con la repressione ma col dialogo”.


In questo articolo: