Cagliari, Salvini strizza l’occhio ai sardi: “Non pensate agli insulti, contano i fatti”

Passeggiata sulla spiaggia del Poetto, “finalmente il mare, spero di tornare qui da presidente del Consiglio”, il leader leghista punta quasi tutto sull’autonomia regionale: “Per i sardi stessi diritti di friulani, siciliani e veneti. Meno tasse e più lavoro”. E sul siluro di Zedda all’ormai ex Assessore Chessa: “Un buon sindaco non deve scegliere tra competenza e scelte politiche, questa è la peggiore linea d’azione della sinistra. INTERVISTA ESCLUSIVA


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“Finalmente il mare del Poetto, spero di tornarci da presidente del Consiglio”. Matteo Salvini in modalità “sorriso fisso” arriva nel lungomare cagliaritano accolto da centocinquanta fan pronti – dietro pagamento di 30 euro – a pranzare insieme a lui. Ma, prima di forchetta e coltello, il segretario della Lega concede un’intervista esclusiva a Cagliari Online. I temi? Quelli più caldi: dagli impegni ai progetti da portare avanti col Psd’Az, dal “duello” sulla leadership del centrodestra nazionale, toccando anche il tema “vecchio ma non troppo” degli insulti ai meridionali.
“Ho visitato un call center, poi ho parlato con pastori, pescatori, agricoltori, insegnanti. Tutti mi chiedono lavoro sicuro e meno tasse, anche se non ho la bacchetta magica”. Passaggio anche sull’addio dei sardisti al Comune di Cagliari, il sindaco Zedda perde pezzi di maggioranza: “Un buon sindaco non deve scegliere tra competenza e scelte politiche, questa è la peggiore linea d’azione della sinistra. Lega e sardisti hanno firmato un accordo sulla base dell’autonomia”. Uno dei tanti temi sensibili dell’Isola. Non l’unico: “Le priorità per la Sardegna sono il lavoro, i collegamenti col resto del mondo e lo stop all’immigrazione, che anche in città fa vedere i suoi aspetti peggiori”.
 Non solo questioni locali, ma anche nazionali: “Gli elettori italiani e sardi, il 4 marzo prossimo, decideranno chi sarà il leader. Il centrodestra è compatto, tra me e Berlusconi ci sono differenze per storia, carattere e età. Lui va a Bruxelles a incontrare i presidenti delle commissioni, io preferiscono difendere gli italiani e i sardi dalle demenziali regole dell’Unione europea”. La Lega mostra un volto “pacato”, ma l’eco degli insulti al Sud rimbomba ancora molto forte nelle orecchie di tanti sardi: “Non bisogna pensare agli insulti, ma badare ai fatti. In una campagna elettorale dove tanti promettono di tutti, la tradizione autonomista del Pds’Az nasce prima della Lega e può permettere che anche i sardi, come friulani, siciliani e veneti, possano finalmente autodeterminarsi”.