“Cagliari, questa tassa rifiuti altissima umilia disoccupati e pensionati”

“Una TARI che a Cagliari umilia pensionati e disoccupati e che conferma Cagliari capitale italiana della tassa sui rifiuti”. Il Circolo Me-Ti invita le cagliaritane e i cagliaritani a combattere la frustrazione e la rabbia facendosi sentire.


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Le bollette della tassa sui rifiuti arrivano questo mese, con scadenza al 30 settembre, e con un aumento del 10%.

“Una TARI che a Cagliari umilia pensionati e disoccupati e che conferma Cagliari capitale italiana della tassa sui rifiuti”. Il Circolo Me-Ti invita le cagliaritane e i cagliaritani a combattere la frustrazione e la rabbia facendosi sentire.

 “Paghiamo per un servizio pessimo: la politica si disinteressa del costo che paghiamo, che dipende  dalla scelta costosa ed inquinante degli inceneritori, e di un mega appalto  da 200 milioni per i rifiuti senza che si veda all’orizzonte l’avvio, atteso dal 2011, della raccolta differenziata.

La smart city cagliaritana, tutta start up e innovazione alla panna, si smonta miseramente quando si parla di rifiuti: niente differenziata, riciclo al lumicino, ciclo dei rifiuti che si conclude sempre nel percorso tra i cassonetti in strada, l’inceneritore di Macchiareddu, e il colletto finale per i cittadini.

Il fallimento della giunta Zedda, che si balocca tra Cagliari capitale di qualcosa, tavolini sparsi ovunque, via Roma pedonale ed altre amenità, sta tutto nella assenza di politica.

Zedda si conferma in perfetta, soporifera continuità con i sindaci di destra che lo hanno preceduto: una visione miope e provinciale che ha attenzione solo per quello che esce in cartolina, mentre le periferie sono proiettate verso un futuro senza scopo, e la città continua a perdere commerci, reddito e talenti, dove i residenti alla frutta pagano la passività  del sindaco in bicicletta con servizi scadenti a prezzi da strozzo. 

La TARI cagliaritana pesa particolarmente sui ceti meno abbienti, con un calcolo estremamente piatto delle tariffe che umilia i pensionati e i disoccupati. I correttivi che dovrebbero attrarre giovani e studenti sono un palliativo per una città che a giovani e studenti offre baretti e ristorazione a poco prezzo.

Bisogna combattere la frustrazione che cittadine e cittadini vivono per una maggioranza che governa guardando alternativamente l’ombelico e il portafoglio, ed una minoranza inerte e silenziosa.

Scrivere un messaggio sui social media, mandare una lettera all’URP del Comune, spedire una cartolina, un SMS, farsi sentire in ogni modo serve a ricordare ai nostri rappresentanti eletti che ci saranno altre elezioni, e che dovremo presentargli il conto”, scrive in una nota il circolo Me-Ti.