Cagliari, la Storia raccontata da Barbero conquista il pubblico

La lezione originale del Professor Barbero alla Fondazione “Siotto” di Cagliari


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“Se Napoleone avesse vinto a Waterloo?” Questo è il titolo dell’incontro tenuto da un ospite di eccezione, il professor Alessandro Barbero, alla Fondazione di ricerca “Giuseppe Siotto” il 22 febbraio a Cagliari, in occasione del secondo appuntamento della rassegna “Musica e Storia”. La composizione orchestrale “La vittoria di Wellington”, opera 91 di Beethoven, qui eseguita al pianoforte dal direttore artistico Francesco Gianmarco e da Elisabetta Dessì, ha introdotto il tema della serata, un’interessante ipotesi storica che Alessandro Barbero, professore ordinario presso l’Università del Piemonte Orientale a Vercelli, ha presentato al pubblico presente in sala, secondo il suo stile, improntato a un grande impatto comunicativo, col quale ha dimostrato come la storia la si può scrivere, con la storia si può giocare, ma la si può, seppur in modo scherzoso, anche reinventare. Col suo stile brillante e immediato ha spiegato quali sarebbero state le conseguenze della vittoria napoleonica a Waterloo: tra le altre cose gli Inglesi non sarebbero giunti in Svizzera nel 1816, il famoso anno senza estate, responsabile dell’ultima carestia in Europa. Essendo dovuti restar chiusi in casa a causa della neve caduta anche nei mesi estivi in quel Paese alpino, gli abitanti dell’isola britannica, per la maggior parte intellettuali e scrittori, non avrebbero dato vita a famose opere letterarie, per cui oggi non avremmo, tra le altre, il “Frankenstein” di Mary Shelley.

Sul versante politico la Francia sarebbe diventata una monarchia costituzionale liberale e i moti italiani del 1820-21 avrebbero avuto successo. Napoleone stesso sarebbe intervenuto in Italia a seguito delle 5 giornate di Milano, e sarebbe entrato vittorioso in quella città il 5 maggio, giornata ricordata da un’ode scritta da un giovane letterato di nome Alessandro Manzoni. Finalmente anche Milano avrebbe avuto la possibilità di diventare una capitale e avere il suo re, Gioacchino Murat. Napoleone poté così morire tranquillo, nel suo letto nell’anno 1832. Conseguentemente uno sconosciuto commerciante di spaghetti di nome Giuseppe avrebbe reso famoso il suo marchio soprattutto in Sud America, conosciuto in seguito in tutto il mondo come “Pasta Garibaldi”.

Così il professor Barbero, grazie al suo prezioso dono dell’eloquenza e della simpatia, ha saputo svecchiare la storia, facendola uscire dalle pagine dei libri per renderla “originale” viva e allegra alle orecchie del pubblico, che ha seguito la lezione-conferenza con l’interesse e con l’entusiasmo che da sempre caratterizzano i suoi interventi pubblici e televisivi.


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