Cagliari, la città delle sedie e dei tavolini: storie di cittadini che non ne possono più

“Non si può sostenere l’economia di un rione, di un quartiere o di una Città mediante l’apertura di bar, pizzerie, ristoranti , paninoteche e similari con l’unico obiettivo di disseminare le strade e le piazze di tavolini, sedie e ombrelloni”


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di Marcello Roberto Marchi

Si può andare al bar a sorbire un caffè o un drink, si può andare in pizzeria per gustare una pizza, si può andare in ristorante per la ” pausa pranzo ” o per un incontro conviviale. Non possono essere ,però, queste occasioni da sole a sostenere l’economia di un rione, di un quartiere o di una Città mediante l’apertura di bar, pizzerie, ristoranti , paninoteche e similari con l’unico obiettivo di disseminare le strade e le piazze di tavolini, sedie e ombrelloni. Agevolate per di più da concessioni di suolo pubblico a tariffe irrisorie per ” gentile ”   decisione e ingiusta scelta  dell’Amministrazione comunale, che concorre così a sottrarre preziose risorse finanziarie  da destinare ala complessa macchina  dei servizi  pubblici ai cittadini che, invece, sono tartassati da tasse e imposte comunali abbastanza gravose, come sono quelle  a carico delle altre attività attività commerciali, che soffrono la crisi al pari delle scelte irrazionali di chi amministra la Città.

E’ ben vero quanto rappresentato da Salvatore Deidda  di FdI ma è anche vero che i partiti di opposizione in Consiglio Comunale fanno una ” finta” opposizione, mentre occorrono vere battaglie capaci di coinvolgere la popolazione angariata e angosciata da scelte e decisioni che contrastano non solo con le vere necessità dello sviluppo  sociale e economico di Cagliari e del suo ruolo trainante dell’intera Sardegna ma anche con le minime esigenze di una vita ordinata, tranquilla, serena  di chi ci vive e ci lavora, avendo garantite le primarie condizioni di vivibilità. Che non sono certo quelle della ” pedonalizzazione  selvaggia ” e dei vantaggi e degli incentivi a chi vuole aprire e gestire solo  attività di ristorazione e similari che nel Centro storico anno sconvolto il comune ordine e sentire della convivenza civile. Allora, caro Deidda : occorre prendere il toro per le corna, come si suol dire, mettere su un tavolo di confronto aperto con i cittadini, indicare le priorità e mettere in campo iniziative e proposte concrete per dare alla Città e ai cittadini un futuro di certezze e di sereno vivere, diverso da quello che   abbiamo conosciuto in questi ultimi sette anni di governo del centrosinistra.Noi siamo disposti a scendere in campo, e quando dico noi, non sto usando il “plurale maiestatis”ma una consistente fascia di cittadini che non ne possono più


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