Il Cagliari e il devastante effetto Sardegna Arena: volati la metà dei punti

Con una partita in più rispetto all’anno scorso ne sono stati conquistati 11 dei precedenti 22. Lopez giustamente rampogna i suoi per i cartellini, ma parlando del Milan come di una grande ha solo evidenziato paure e trasmesso timori alla squadra


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Di Nanni Boi

Sei punti in meno rispetto all’anno scorso, uno staff tecnico in più a libro paga. Sono questi i dati che balzano per primi agli occhi confrontando il rendimento del Cagliari di quest’anno rispetto al passato campionato. Ma non sono gli unici. L’effetto Sardegna Arena è stato a dir poco devastante: mentre l’anno scorso dopo 21 giornate i rossoblù avevano giocato in casa 10 volte conquistando 22 punti, nello stadio provvisorio quest’anno ne hanno ottenuti esattamente la metà (11) giocando anche una partita in più. Impietoso anche il confronto fra i bomber: Pavoletti è a quota 5, il predecessore Borriello di questi tempi ne aveva insaccati quasi il doppio: 9. Con la piccola differenza che per avere l’attuale centravanti la società ha sborsato 12 milioni di solo cartellino, mentre l’altro era arrivato gratis e andando via ha portato addirittura 2 milioni nelle casse societarie. Poco importa che poi a Ferrara abbia concluso poco e nulla, nel cambio è indubbio che il Cagliari ci abbia perso sia sotto il profilo tecnico che economico. Dopo la sconfitta col Milan l’allenatore Diego Lopez si è fatto apprezzare per alcune dichiarazioni sincere: dopo aver evidenziato l’ennesimo torto arbitrale sul mancato fuorigioco fischiato a Kalinic in occasione del raddoppio di Kessiè, ha anche aggiunto che non sono state meno gravi le colpe dei propri giocatori per i cartellini ricevuti che priveranno la squadra di Barella e Pavoletti (in aggiunta a Joao Pedro che deve ancora scontare l’ultimo turno delle 4 giornate di squalifica) nella prossima delicata trasferta di Crotone, contro una rivale diretta in classifica. Meno condivisibili le dichiarazioni del tecnico uruguaiano sugli avversari. Dire che il Milan è una grande quando la classifica mostra impietosa il settimo posto dei rossoneri (ed era ottavo con altre quattro squadre prima del confronto di ieri), è una forzatura che di certo non fa crescere l’autostima nella sua squadra. Rispettare gli avversari è sempre doveroso, ma con  queste dichiarazioni (pronunciate anche alla vigilia) si finisce per trasmettere timore ai propri giocatori. I quali magari poi si convincono che contro quel Milan si possa anche perdere in casa. Cosa che poi è tristemente avvenuta.


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