Cagliari, commessi al lavoro anche il 26 dicembre: “Ormai la famiglia alle feste la vediamo solo su Whatsapp”

Sindacati all’attacco: “Ormai i commessi non hanno più vita e la famiglia la vedono soltanto tramite le video chiamate di WhatsApp. Ormai impegnati in tutte domeniche e nella festività, Un’esagerazione che ci ha indotto a proclamare lo sciopero in tutte le aziende del settore”. Voi cosa ne pensate?


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Cagliari, commessi al lavoro anche il 26 dicembre: “Ormai la famiglia alle feste la vediamo solo su Whatsapp”. Questa la protesta rilanciata dalla Uil Tucs in queste ore, attraverso il segretario Cristiano Ardau. Commessi tirati in ballo, ma non per una festa di gala. “Anche quest’anno la preoccupazione sarà se le attività commerciali risulteranno aperti il 26 Dicembre. Questo è il motivo per cui Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato lo sciopero per l’intero settore in tutto il territorio regionale per la giornata del 26 Dicembre. Questo per porre un limite alla deriva consumistica che chiede il tutto aperto anche nelle giornate di festa”, spiega Ardau.

“Ormai i commessi non hanno più vita e la famiglia la vedono soltanto tramite le video chiamate di WhatsApp. Ormai impegnati in tutte domeniche e nella festività, Un’esagerazione che ci ha indotto a proclamare lo sciopero in tutte le aziende del settore, per dare la possibilità ai commessi di festeggiare le feste in famiglia”, sottolinea ancora Cristiano Ardau. Giusto o no che le commesse passino al lavoro la giornata di santo Stefano? In attesa di vedere quanti ipermercati apriranno a Cagliari, la polemica è aperta: “Solo Auchan e Carrefour hanno deciso di lasciare chiusi gli ipermercati a dispetto degli altri che hanno scelto il tutto aperto. È davvero difficile comprendere che esigenze ha un cliente per recarsi il 26 Dicembre nei centri commerciali per fare spesa. Un esagerazione solo a danno dei commessi spesso obbligati a prestare servizio nel giorno di festa per appena 25 euro in più.“Come sindacati stiamo vigilando nelle aziende e pronti ad assumere le giuste misure a tutela dei lavoratori. Sono scattate in diverse aziende ritorsioni nei confronti dei lavoratori che hanno esercitato il diritto a santificare la festa. Infatti nessun obbligo di Legge e di Contratto vige per i commessi sul lavoro festivo. Diritto a cui le aziende hanno risposto con turni spezzati, lettere di contestazione strumentali o trasferimenti di negozio.“Ogni cliente che il 26 Dicembre si recherà a fare la spesa, deve sapere che dietro quel sorriso della commessa, si cela una falsa felicità data dagli appena 25 euro di retribuzione in più, l’impossibilità magari di poter stare con i propri figli e la paura di poter esercitare il diritto alla festa pena il trasferimento di negozio ad oltre 40 chilometri. Una situazione assurda che deve far riflettere su che vittime e danni hanno creato le esagerazioni del consumismo”, dice ancora Ardau.


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