“Cagliari, è caos sanità: domani sciopero dei medici, ospedali a rischio”

Claudia Zuncheddu: ” Il personale sanitario già carente in origine per il blocco del turn over, è condannato ad implodere costretto a turni di lavoro insostenibili. Mentre il precariato cresce a dismisura”. Ecco gli ospedali in pericolo a Cagliari


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di Claudia Zuncheddu

La Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica comunica l’adesione allo sciopero previsto per il 12 dicembre in tutta Italia, indetto dai medici e veterinari ed invita tutti a partecipare al sit in che si terrà a Cagliari alle ore 11 presso l’Assessorato alla Sanità in Via Roma.

La Rete Sarda denuncia l’attacco inaudito della politica contro il sistema sanitario pubblico, tra restrizioni dell’assistenza primaria, svuotamento degli ospedali dei territori disagiati, ormai avviati alla chiusura, con intere collettività disorientate e abbandonate in tutta l’Isola.

Stesso destino per gli ospedali cagliaritani, dal Santissima Trinità, al Brotzu, al Policlinico, trasformati in contenitori caotici di interi servizi provenienti da ospedali verosimilmente destinati alla chiusura, dall’ospedale Marino, al Binaghi, al San Giovanni di Dio. Il personale sanitario già carente in origine per il blocco del turn over, è condannato ad implodere costretto a turni di lavoro insostenibili. Mentre il precariato cresce a dismisura minando la formazione dell’équipe e la stessa continuità terapeutica dalla quale l’ospedale non può prescindere.

Ma per la Politica le macerie della Sanità non sono sufficienti, restano da annientare Medici, Veterinari e personale del Sistema Sanitario Pubblico.

La Legge di Bilancio 2018 in corso di discussione in Parlamento è una legge antipopolare che agevola la privatizzazione della Sanità pubblica e non contempla l’attenzione dovuta nei confronti dei medici, dei veterinari e del personale sanitario, sempre più tartassati e da otto anni con blocco del contratto di lavoro.

Il definanziamento della Sanità, da tempo in corso, tocca il fondo con la Legge di Bilancio del 2018 in discussione, che in nome della subordinazione della programmazione sanitaria a quella della Finanza pubblica, riserva un’ennesima stangata al sistema sanitario pubblico.


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