Beppe Fiorello riempie la sala del Massimo e fa il boom

“Penso che un sogno così..” si conferma lo spettacolo più gradito al pubblico cagliaritano nella Rassegna Grande Prosa


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Uno splendido Beppe Fiorello ha allietato ed interessato il pubblico per cinque serate della Rassegna ‘Giù la Maschera’, per la Grande Prosa al Teatro Massimo di Cagliari. “Penso che un sogno così…” è infatti uno spettacolo avvincente, fin dalle prime battute, nello snocciolarsi di un racconto di vita di una Sicilia contemporanea alla carriera di Domenico Modugno, intrecciando episodi di un’infanzia povera ma non ancora contaminata dai guasti del progresso. Il gioco dello spettacolo consiste proprio in questa mescolanza di esperienze, di episodi divertenti e tragici, di cui Modugno costituisce la colonna sonora, che ha accompagnato la vita del padre del narratore, allora bambino, osservatore di un eroismo povero e modesto, quale era quello del vissuto degli anni sessanta, un boom economico illusorio ma favolosamente vissuto.

Con gli scenari meravigliosi creati come scatole magiche da video di Cristina Redini e dalle splendide luci di di Alberto Negri, in cui si inseriscono con magia i bravissimi musicisti Daniele Bonaviri e Fabrizio Palma, si crea un tutt’uno, tra racconto e musica, in cui s’inseriscono anche tematiche scottanti, come la nascita del petrolchimico in Sicilia e del polo siderurgico di Taranto, ad indicare che il tema non è solo quello di un teatro di narrazione leggera ma allude ad impegno civile. Come pure i testi di Modugno, scelti tra i meno noti, parlano di miniere, di pescatori, di miseria e di emigrazione, come nel bellissimo excursus di “Amara terra mia”. E tra le note s’incastonano i cammei di Salvatore Quasimodo e Pier Paolo Pasolini, autore del testo di “Che cosa sono le nuvole”.

Fiorello si conferma quindi, oltre che attore maturo e padrone della scena, anche showman, come il fratello, nell’intrattenere il pubblico con affabilità, dialogando con la realtà di Cagliari, scherzando sul sindaco Zedda e sul Poetto. La sua bella voce, del tutto consona a quella del grande Mimmo, lo laurea cantante armonioso e sempre più ne qualifica il valore artistico a tutto tondo. Non a caso il sold out di tutte e cinque le serate al Massimo.