Assemini, Scano: “La popolazione invecchia, subito spazi per giovani e anziani”

“La popolazione asseminese è destinata ad un veloce processo di invecchiamento. Contemporaneamente crescono i rischi e l’insicurezza per i giovani”


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La popolazione asseminese è destinata ad un veloce processo di invecchiamento. Contemporaneamente crescono i rischi e l’insicurezza per i giovani. Gli anziani sono una risorsa per la comunità, i giovani ne sono la prospettiva. Occorre elaborare ed attuare politiche di gestione, aggregazione e valorizzazione delle preziose potenzialità. Assemini deve uscire dall’ordinaria amministrazione, anticipare gli eventi invece che subirli.

Per Antonio Scano, candidato Sindaco della coalizione “Andare Oltre”: «in molti comuni, anche della Sardegna, crescono le politiche territoriali in grado di gestire i fenomeni naturali. Nascono centri di aggregazione sociale con lo scopo di offrire occasioni d’incontro, di scambio culturale e di esperienze, di socializzazione per minori, giovani e anziani. Centri nei quali si attua l’integrazione anche intergenerazionale, si trasmette il valore del rispetto e della conoscenza, si scoprono giochi educativi, si mette a frutto il tempo libero. Mi riferiamo a luoghi finalizzati a favorire il benessere psicofisico, a prevenire stati di emarginazione ed isolamento. A politiche attive che producano senso di comunità, in cui i cittadini si sentano realmente partecipi della ricostruzione di una identità territoriale oramai in estinzione. Gli anziani non devono essere considerati solo come fruitori di servizi ed interventi, ma come soggetti portatori di competenze, capacità pratiche, teoriche, come memoria storica, linguistica e risorsa per l’intera comunità. I bambini e gli adolescenti hanno bisogno di essere attori nella loro comunità. La grande sfida è: abbattere i muri generazionali.

Assemini ha bisogno di nuovi spazi, anche fisici. Di nuovi servizi per offrire opportunità di crescita e di reciproco supporto. Centri in cui si possa alimentare un nuova coscienza, per vincere le sfide globali. Dove la specialità non sia un errore da correggere, ma una opportunità da valorizzare».


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