Arst, la giostra delle nuove assunzioni e dei pensionamenti anticipati: “Non è una vergogna”

Giovanni Pisu (Faisa Cisal): “Parlare di vergogna appare quantomeno azzardato, perchè se da un lato 89 persone sono andate in prepensionamento, al momento quasi un centinaio, hanno in mano una lettera di assunzione a tempo indeterminato”


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Arst, la giostra delle nuove assunzioni e dei  pensionamenti anticipati: “Non è una vergogna”.  Giovanni Pisu della Faisa Cisal interviene nel dibattito sulle novità in arrivo: “Alcune precisazioni rispetto al Vostro articolo del 29/08/2018, http://preprod.castedduonline.localmente.it/arst-89-dipendenti-pronti-a-essere-licenziati-in-sardegna-regione-e-una-vergogna/, ciascuno degli 89 in lista per il licenziamento collettivo, ha passato il vaglio che teneva conto innanzitutto dell’età anagrafica, dunque il sicuro accompagnamento alla pensione per ciascuno, ovvero alla fine del periodo coperto da Naspi, interviene la pensione;
Altro elemento di valutazione è stato considerare gli anni di contribuzione di ciascuno, quindi coloro i quali non avevano abbastanza contributi, per avere una pensione dignitosa, sono stati esclusi dal provvedimento e rimarranno in servizio sino al massimo consentito dalle vigenti norme;
dunque esclusa la possibilità che si debbano trovare altro incarico per giungere alla pensione;
Altro aspetto non meno importante, risiede nel fatto che dal 1° settembre sono stati assunti a tempo indeterminato, diverse decine di autisti che da anni stavano lavorando in arst da precari, (assunzione possibile solo grazie alla liberatoria firmata dai licenziati), iscritti in una graduatoria di selezione pubblica che è stata prorogata sino al 31 dic.2018, ma è anche vero che grazie al decreto Madia, da dic.2017 sino a 30 giu.2018, non si sono potute fare assunzioni a tempo indeterminato;
Ecco che parlare di vergogna appare quantomeno azzardato, perchè se da un lato 89 persone sono andate in prepensionamento, al momento quasi un centinaio, hanno in mano una lettera di assunzione a tempo indeterminato, nel frattempo si cerca di portare avanti un’azienda pubblica di trasporto, che ha i conti in sofferenza per la innegabile carenza del contributo pubblico, che costringe a trovare strade alternative per poter garantire il servizio di trasporto ai sardi”, conclude il sindacalista


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