Veleni nell’aria a Sarroch, le Iene “azzannano” Saras e Comune-VIDEO

Un’azienda agricola accanto al petrolchimico di Sarroch finita in fallimento e un documento dell’Ispra spedito in Procura. E poi una centralina mobile di rilevamento della qualità dell’aria con qualche problemino di funzionamento e i tanti politici locali al lavoro proprio alla Saras. Ieri in prima serata su Italia 1:”“Se vince la logica del profitto non ci sarà futuro per noi sardi”


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di Ennio Neri

Un’azienda agricola accanto al petrolchimico finita in fallimento e un documento dell’Ispra spedito in Procura. E poi una centralina mobile di rilevamento della qualità dell’aria con qualche problemino di funzionamento e i tanti politici locali al lavoro nella raffineria. Le Iene hanno azzannato ieri Saras e Comune di Sarroch. Nella puntata di ieri sera della popolare trasmissione di Italia 1, il servizio di Luigi Pelazza “Vivere vicino a un impianto petrolchimico” ha portato all’attenzione nazionale quanto accade oggi nel paese a due passi dalle ciminiere.

Il racconto parte dalla disavventura della famiglia Romanino che dagli anni 80 aveva un’azienda agricola che esportava pomodori coltivati su un campo che si trova ancora oggi a pochi metri dalle del grande stabilimento petrolchimico sarrocchese.  I raccolti successivamente sono andati male (“le piantine di pomodoro diventavano gialle”) e secondo le analisi commissionate dalla famiglia Romanino (e contestate da Saras) i terreni risultano inquinati da zinco e vanadio e l’azienda è stata chiusa. La vicenda è la centro di un contezioso legale tra Saras e i Romanino.

Drammatiche le testimonianze. “C’erano giorni in cui le serre diventavano camere a gas e dovevamo scappare”, ha raccontato a Pelazza Carla Romanino, “in questo paese stanno morendo tutti di cancro. Quando andiamo fuori ci dicono tutti la stessa cosa. Sarroch è il paese della morte”. In Tv le immagini delle canalette delle serre corrose dalle polveri che cadono dal cielo e accanto un’altra azienda agricola che continua a coltivare e vendere i prodotti.

L’agenzia europea dell’ambiente ha  colloca la Saras tra al 92esimo posto tra le industrie più inquinanti d’Europa.  E quando non soffia forte il vento i gas restano nella vallata. Ma tanti sarrochesi lavorano presso lo stabilimento, così “si baratta la salute col posto di lavoro”, ammette Claudia Zuncheddu, medico ed ex consigliera regionale, intervistata da Pelazza, che ha ricordato dello studio dell’Università di Oxford: “mentre i bimbi dei paesi di montagna sono tutti sani, i loro coetanei di Sarroch presentano problemi a carico del sistema respiratorio e un disordine del comportamenti dei geni. Siamo stati ricattati 60 anni fa e continuiamo a vivere sotto il ricatto occupazionale”.

Pelazza ha focalizzato poi le relazioni tra Saras e amministrazione comunale sarrocchese. L’attuale assessora all’Ambiente Emanuela Melis ha lavorato in Saras e l’ex assessore all’Ambiente lavora attualmente in Saras, come il vicesindaco, il presidente del Consiglio e capogruppo del partito di maggioranza relativa. Ma secondo il primo cittadino Salvatore Mattana non si tratta di conflitto di interessi “è normale in un comune industriale”.

Le “Iena” ha poi indagato sulla centralina mobile di rilevamento qualità dell’aria (costata 350 mila euro al Comune) che dovrebbe girare per il paese per effettuare i rilevamenti e tenere le emissioni sotto controllo. La centralina è sempre in funzione, ma l’ultima volta che si è mossa è stata qualche anno fa, perciò tiene sotto controllo soltanto un unico punto del paese. Non solo. Il sistema di acquisizione dei ha la possibilità di mandare automaticamente  un sms per segnalare anomalie e superamenti delle soglie di inquinamento, ma non è configurato, non risulta collegato a nessun numero di telefono. “Verificheremo”, ha dichiarato, visibilmente imbarazzata, l’assessora Melis.

Pelazza, che ha esibito un documento prodotto dall’Ispra (Istituto superiore protezione e ricerca ambientale del Governo) nei mesi scorsi secondo cui lo stabilimento ha sforato sui limiti di alcune sostanze tossiche, documento spedito anche alla Procura della Repubblica cagliaritana, ha chiesto un’intervista ai responsabili della sicurezza dello stabilimento, ma non è stato ricevuto. E ha rilanciato 3 quesiti: in che modo la Saras si occupa della sicurezza? Risarcirà la famiglia Romanino? E quali relazioni esistono tra azienda e comune di Sarroch?

La chiusura è per Claudia Zuncheddu: “Se vince la logica del profitto non ci sarà futuro per noi sardi”. 

Guardate il VIDEO delle Iene: http://www.iene.mediaset.it/puntate/2017/03/15/pelazza-vivere-vicino-a-un-impianto-petrolchimico_10957.shtml

 


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