Quartu, lo scandalo mazzette: malessere e rabbia tra i cittadini

Un vortice che mette in luce dubbi e perplessità tra i cittadini: pratiche più veloci agli amici, vortice di mazzette e favori. Dentro il Municipio di Quartu secondo le accuse regnava la corruzione, con vigili urbani e impiegati direttamente coinvolti


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Mazzette facili in cambio di concessioni edilizie anomale. Una vicenda che coinvolge tutti, cittadini, imprenditori, commercianti locali: la domanda sorge spontanea e c’è da chiedersi se dietro a questa sconcertante tempesta giudiziaria (che ha messo in luce un giro losco di una gravità inaudita), potrebbero esserci altri casi più o meno simili sempre gestiti dagli infedeli finiti sotto l’inchiesta della magistratura, oppure se quello di oggi sia da considerarsi un caso esemplare unico ma pur sempre grave.

Gli investigatori almeno per ora non ammettono e nemmeno escludono, ma in città aleggia già il malessere generale perchè è chiaro domandarsi se in tutto questo lungo lasso di tempo chi ha avuto a che fare con pratiche o procedimenti amministrativi, urbanistici presentati al sesto piano del Comune di Quartu, abbia ottenuto o meno la conclusione della pratica nel rispetto di leggi e normative. Soltanto dubbi, palesi perplessità ai quali la Polizia di Stato e la Procura della Repubblica potranno dare risposte concrete e rasserenare gli animi di chi si interroga e non riesca a darsi una spiegazione plausibile.

NEL DIETRO LE “QUINTE”. Un meccanismo collaudato ormai da anni, chi aveva la possibilità di incidere in questo malaffare generalizzato di lavori in due palazzine senza alcuna attività di controllo, chi doveva effettivamente controllare eventuali abusi edilizi o illeciti non vigilava e chi doveva rilasciare autorizzazioni e concessioni edilizie lo faceva in maniera limpida, con tanto di carte false e timbri degli uffici competenti. Pochi i guadagni di questa scandalosa vicenda fatta di truffe, mazzette stile anni ’80, con sfacciataggine di operare in un posto pubblico, abusando del proprio ruolo istituzionale senza la paura di essere scoperti. In conferenza stampa questa mattina i referenti della Squadra Mobile hanno delineato una vicenda sconcertante.

I poliziotti invece stavano dietro a questa vicenda da almeno un anno, tra intercettazioni, pedinamenti e il castello è poi crollato: una bufera giudiziaria, che porta il nome dell’operazione “Paese D’Ombre”, che ha come fulcro il Comune di Quartu S.Elena, con un epilogo sconcertante: questa mattina la Squadra Mobile della Questura cagliaritana ha dato esecuzione di una misura cautelare (emessa dal Tribunale di Cagliari), nei confronti di cinque persone: tra loro ci sono vigili urbani, funzionari e impiegati comunali. 

L’attività investigativa, condotta dalla “Sezione Reati contro il Patrimonio e la Pubblica Amministrazione” supportata da intercettazioni telefoniche, servizi di osservazione e prove documentali, ha permesso di riscontrare degli episodi di corruzione per atti contrari al dovere d’ufficio e di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale. 

Alla luce delle indagini svolte e degli oggettivi riscontri, il Tribunale ha emesso quattro misure cautelari della detenzione in carcere e una misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dei due appartenenti al Corpo della Polizia Municipale del comune di Quartu Sant’Elena, Raimondo Pontis, 60 enne, Giovanni Argiolas, 52 anni, entrambi di Quartu, di due funzionari del settore edilizia privata Sergio Oriti Niosi, 60 anni, di Quartu e Franco Schirru, di 50 anni, di Castiadas e dell’imprenditrice edile Deborah Puddu, 46enne, anche lei di Quartu, titolare dell’impresa Corim.Pro. Srl.    

I vigili urbani Pontis e Argiolas, gli impiegati Oriti Niosi e Schirru e la Puddu, si rendevano responsabili dei vari reati in quanto quest’ultima consegnava delle somme di denaro a Pontis, che poi si preoccupava di suddividere il denaro ricevuto tra tutti i soggetti che concorrevano a vario titolo nel reato: Pontis, in veste di faccendiere, curava i rapporti tra i vari soggetti, Argiolas, in quanto addetto al servizio di vigilanza edilizia del Corpo della Polizia Municipale di Quartu Sant’Elena preposto agli eventuali successivi controlli, ORITI NIOSI e SCHIRRU in veste di pubblici ufficiali preposti al rilascio di autorizzazioni e condoni edilizi, la PUDDU la quale si avvantaggiava, dietro pagamento, dell’illegittimo rilascio degli atti pubblici.   

PRIMO EPISODIO. I reati contestati vanno dalla corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale: Deborah Puddu consegnò al Pontis 2.500 euro ed altra somma imprecisata (somme poi suddivise con ARGIOLAS, ORITI NIOSI e SCHIRRU) per il rilascio di un’autorizzazione edilizia per la ristrutturazione e il frazionamento di un appartamento. 

SECONDO EPISODIO. Sempre per corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, la PUDDU,  consegnava la somma di 6.000 euro al PONTIS (suddivisa poi in 4.000 euro all’ORITI NIOSI, 1.000 euro a testa al PONTIS e all’ARGIOLAS) ed altra somma imprecisata per il rilascio del condono di abusi edilizi commessi su altro immobile di Quartu Sant’Elena.   

Altra figura emersa nell’ambito dell’attività investigativa è quella di un 61enne, anch’egli vigile urbano dello stesso comune, indagato in ordine al reato di rivelazione di segreti d’ufficio, nei confronti del quale si è proceduto alla notifica dell’informazione di garanzia; il pubblico ufficiale rivelava ad un imprenditore operante nel settore della ristorazione la presentazione di un esposto anonimo contro il suo locale a causa dei rumori molesti che disturbavano il riposo delle persone, aggiornandolo sull’attività di controllo che ne sarebbe scaturita, in tal modo consentendogli di continuare a gestire la predetta attività senza alcuna limitazione. La fase operativa è stata effettuata con l‘ausilio del Reparto Prevenzione Crimine Sardegna.  


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