Assemini, i ragazzini traditi dal sindaco non giocano più nel parco

La storia raccontata da Massimo Carboni: ad Assemini un gruppo di adolescenti aveva incontrato il sindaco per chiedere di potere giocare nel Parco comunale delle Terre Cotte. Ma il degrado impedisce due tiri al pallone insieme alle promesse non mantenute


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di Massimo Carboni- comitato civico Vivi Assemini

Sono trascorsi circa cento giorni da quando, presso il parco comunale delle “Terre Cotte”, un gruppo di adolescenti aveva incontrato il Sindaco, Mario Puddu. I ragazzi chiedevano di adattare il parco alla loro sana voglia di divertirsi: un’altalena in grado di reggerli, una porta mobile per “fare due tiri col pallone”, più servizi, pulizia e decoro. Richieste che incontrarono la disponibilità del Primo cittadino. 

Nel mese di luglio appena trascorso, la Presidente del Comitato Civico “vivi Assemini”, Claudia Giannotti, aveva intercettato la volontà dei ragazzi di sfogare la loro delusione per essere stati tacciati, sulla rete, di vandalismo. Si trattava di bravi ragazzi che avevano solo voglia di divertirsi, rispettando se stessi e gli altri. Sarebbe bastato incontrarli e ascoltarli, piuttosto che condannarli senza appello. Visto che nessuno lo aveva ancora fatto e dopo diversi giorni dall’accaduto, li abbiamo ascoltati noi. Chiedevano di adattare il parco alle loro normali esigenze. Mentre parlavano, appariva evidente tutta la loro sfiducia verso le istituzioni. Tra tutti i problemi, questo – a nostro avviso – era il più grave. Troppo giovani per non sentirsi cittadini di “serie A”. Abbiamo suggerito di andare oltre, superare le critiche fine a se stesse per rendersi protagonisti del futuro di quel parco.  Abbiamo suggerito loro di incontrare direttamente il Primo cittadino, chiedergli di renderlo pienamente fruibile per poterne essere orgogliosi. Li abbiamo invitati a sentirsi sostanzialmente custodi di quel parco: eravamo affascinati dalla loro capacità dialettica e dal rispetto che esternavano. Abbiamo chiamato il Sindaco e gli abbiamo chiesto di incontrare questi straordinari ragazzi. Il nostro futuro. Lui non era in ufficio, ma dopo un quarto d’ora era tra noi. Li ha ascoltati ed ha promesso loro di impegnarsi per soddisfare le loro richieste e per assicurare servizi, pulizia e decoro. Il rapporto tra chi amministra e il cittadino è solo fiduciario. Un amministratore, come ciascun cittadino, devono mettersi continuamente in discussione affinché migliorando se stessi possa migliorare l’intera comunità. Tutto gira attorno ad un concetto sostanziale: il rispetto. 

Noi abbiamo assolto il nostro compito civico, altro non possiamo fare. I fatti, pur nella loro semplicità, spettano al Comune che gestisce il parco in via esclusiva dal mese di gennaio del 2015. Quei ragazzi non hanno chiesto di mettere a sistema i giardini pubblici con gli spazi verdi, con il patrimonio fluviale, lagunare e montano a garanzia di una piena funzionalità socioculturale ed economica. Attendono semplicemente da oltre tre mesi un cenno di attenzione, una risposta. Nel frattempo, hanno scelto di non frequentare più quel parco e, dalla speranza, sono tornati a diffondere tutta la loro sfiducia verso le istituzioni. 


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