Assemini, centri commerciali naturali per sfidare le Città Mercato

La proposta di Massimo Carboni di ViviAssemini: “Per rilanciare i negozi, subito il centro commerciale naturale”


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di Massimo Carboni- Vivi Assemini

Né la globalizzazione, né le grandi catene commerciali sono un problema quando si ha la capacità di sviluppare politiche attive territoriali in grado di governare crescita e sviluppo. La politica asseminese deve superare il cronico immobilismo, nonché le dannose ed insufficienti azioni settoriali con comportamenti politici di sistema, progettuali e diretti a favorire il rilancio socioeconomico della Città. Il Centro Commerciale Naturale” è una grande opportunità a portata di mano, ma occorre coglierla.

 

La grave crisi che colpisce pesantemente cittadini e imprese deve trovare risposta attraverso lo studio e l’attuazione di progetti di rilancio che competono tutti gli attori economici (Comune, aziende, cittadini e associazioni di categoria). Occorre superare la logica “commissariale” per aprirsi al confronto sociale, individuando nuove direttrici di sviluppo. Spetta a chi è stato chiamato ad amministrare farsi promotore di azioni innovative. La condizione socioeconomica che viviamo è la risultante di manovre sbagliate che l’immobilismo non risolve. È necessario agire, uscendo dalla perenne campagna elettorale e dal “provincialismo politico” che da troppo tempo caratterizzano lo scenario locale. Bisogna investire il tempo per individuare e promuovere le specificità locali, realizzando nuovi spazi identitari  in grado di soddisfare i bisogni dei consumatori ed attrarre visitatori. I Centri Commerciali Naturali sono una chiave di volta per valorizzare, attraverso azioni di Marketing Urbano, aree a vocazione commerciale ed artigianale, sostenendo con politiche concrete le attività esistenti e/o latenti. Aree consortili in cui il consumatore possa effettuare i propri acquisti. Spazi in cui possa essere promosso lo scambio di beni e servizi in grado di attrarre un numero crescente di clienti, non solo locali. Il progressivo calo della domanda nelle tradizionali attività commerciali ed artigianali non solo crea un danno al tessuto sociale, economico e produttivo, ma impedisce l’emergere di nuove iniziative imprenditoriali. La strada da intraprendere è quella di nuova logica che rompa con l’improduttività politica che produce costi esorbitanti senza creare reali condizioni di benessere. Occorre lucida vivacità per orientare il mercato attraverso una nuova coscienza imprenditoriale, sociale, ma anche e soprattutto amministrativa.     

 

Non esiste alcuna “mano invisibile” che possa assicurare crescita e sviluppo. Occorre umiltà amministrativa e imprenditoriale, ma anche una rinnovata coscienza sociale. Superare le dispersive politiche settoriali per aprirsi ad un nuovo e vincente modello di governance è doveroso. Perché non si può prescindere da una rete che unisca le volontà innovative, attraverso la sinergia tra soggetti pubblici e privati.

 


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